La diatriba è ancora in corso tra coloro che seguono e divulgano i vantaggi di una dieta alcalina basata sul consumo prevalente di alimenti con proprietà alcalinizzanti e coloro che la considerano solo una “bufala”. Vediamo di conoscerla meglio.
La dieta alcalina consiste nel ridurre l’assunzione di alimenti considerati acidificanti, quali carne rossa, fritti, grassi, formaggi stagionati, cereali, alcolici, caffè, soft drinks (tipo cola) e cibi molto salati, privilegiando invece l’assunzione di quelli alcalinizzanti quali verdura, frutta fresca, tuberi.
Secondo i principi di questa filosofia alimentare un eccesso di cibi pronti e preconfezionati, di alimenti raffinati, proteine animali e zuccheri determinerebbe uno sbilanciamento nell’equilibrio dell’organismo, causando la perdita di minerali (soprattutto calcio e magnesio), predisponendo alla formazione di focolai infiammatori e, di conseguenza, all’insorgenza di malesseri e malattie.
Gli alimenti acidi non dovrebbero essere eliminati completamente dalla dieta, ma la loro percentuale giornaliera non dovrebbe superare il 20-30%.
Coloro che non ritengono valido questo tipo di dieta sostengono che l’organismo umano non necessiti di un’introduzione maggiore di alimenti alcalini rispetto a quelli acidi, poiché vi sono già dei sistemi che naturalmente regolano gli equilibri interni a seconda delle necessità dell’organismo stesso.
Il pH del nostro sangue varia tra 7,35 e 7,45… cioè in condizioni normali è leggermente alcalino. Per mantenerlo entro questi valori il nostro corpo mette in moto meccanismi di produzione di sostanze mediante due organi principali: polmoni e reni.
Dieta alcalina: Come si valuta l’acidità di un elemento?
L’acidità di un alimento è valutata sulle ceneri che rimangono dopo la combustione. Non è detto che un alimento considerato acido poi nell’organismo lo sia davvero.
Tipico è l’esempio del limone che ha un pH decisamente acido per la presenza di un’elevata quantità di acido citrico. Nell’organismo però le sue componenti acide sono metabolizzate ed eliminate attraverso la respirazione polmonare, mentre quelle basiche permangono più a lungo. Per questo il limone viene considerato un alimento alcalinizzante. Lo stesso discorso vale anche per gli altri agrumi.
Elementi che possono determinare nell’organismo la formazione di acidi sono cloro, fosforo e zolfo, mentre sono considerati alcalinizzanti alimenti ricchi di minerali quali calcio, magnesio, potassio e sodio.