Perché spesso ci vergogniamo e cerchiamo di trattenere le nostre lacrime, quando invece piangere fa bene ed è terapeutico per superare traumi e disagi?
C’è molto riserbo intorno all’atto del piangere, visto purtroppo quasi sempre come un segno di debolezza. Invece è vero proprio il contrario, perché saper piangere è segno di forza interiore e capacità di introspezione e lavoro su se stessi: le persone capaci di piangere senza censura sono quelle che riescono ad affrontare meglio le loro emozioni e ad uscire da quelle negative in modo positivo.
Il film capolavoro della Pixar “Inside Out” ha mostrato in modo estremamente delicato come la tristezza sia parte integrante della nostra vita. Ma questo non è l’unico caso in cui il cinema insegna che le lacrime sono importanti per il nostro umore quanto i momenti di felicità.
Piangere fa bene: la ricerca
In una recente ricerca, alcuni soggetti hanno assistito alla proiezione di famosi lungometraggi con scene particolarmente commoventi (tra cui “La vita è bella” di Benigni) e circa il 50% di essi si è abbandonato alle lacrime. Al termine dell’esperimento, i ricercatori hanno fatto compilare un questionario riguardo all’umore dei partecipanti.
Ovviamente chi si è commosso ha rivelato di essere più triste di chi era rimasto impassibile. Nessuna sorpresa dunque fino a qui, ma quando è stato chiesto loro di ripetere di nuovo il test dopo 20 minuti e dopo 90 minuti si è riscontrato come, mentre chi non aveva versato una lacrima rimaneva stabile nel suo umore, i più sensibili iniziavano a sentirsi molto più felici anche rispetto a prima dell’entrata al cinema la prima volta, come se il pianto avesse agito da “pulizia emozionale”, aiutando a spazzare via tristezza e inquietudine.
La prossima volta che ne sentiamo il bisogno non tratteniamoci: “un bel pianto” è quello che ci vuole per ripartire col piede giusto!