Ci passiamo circa 8 ore al giorno ed è l’ambiente che sicuramente influenza di più la nostra salute: ecco a cosa prestare attenzione per il nostro benessere in ufficio.
Illuminazione fluorescente
Dopo il divieto di vendita delle vecchie lampadine a incandescenza (che consumano troppa energie), oggi lo standard è rappresentato da quelle fluorescenti (CFL) che offrono un buon rapporto consumo energetico/prezzo. Uno studio della State University of New York at Stony Brook (ispirato da un precedente studio europeo) ha però rilevato che le piccole crepe che si possono formare sui rivestimenti delle lampadine fluorescenti potrebbero lasciar passare raggi UVC, in grado di danneggiare le cellule epidermiche a distanza ravvicinata. In altre parole, le lampadine CFL vanno bene al soffitto, ma sono da evitare sulla lampada da tavolo.
PER LAVORARE BENE: Per le lampade della scrivania usate luci al LED.
Troppo lavoro
In ambito lavorativo, come in molti altri, la qualità e più importante della quantità. Purtroppo questo concetto lapalissiano è tutt’oggi inaccettabile per molti datori di lavoro, che preferiscono avere un dipendente sempre chino sulla scrivania ma che produce al 20% piuttosto che uno rinvigorito da qualche momento di pausa che dà il 100%. Secondo recenti ricerche quasi il 20% degli impiegati sente su di sé lo stress da lavoro, stato che causa un aumento del rischio di malattie cardiache.
PER LAVORARE BENE: Secondo uno studio americano, i lavoratori che si prendono brevi e frequenti break sono meno esauriti emotivamente, riscontrano più soddisfazione sul lavoro e accusano meno mal di testa.
Mancanza di privacy
Gli open space, sempre più diffusi in Italia, servono teoricamente a incoraggiare la collaborazione tra tutti i dipendenti. Tendono però anche a creare un ronzio di sottofondo (come chiacchiere e squilli di telefono) che distrae notevolmente. Uno studio del 2014 mostra come i lavoratori perdano fino a 86 minuti di produttività al giorno a causa di queste interruzioni.
PER LAVORARE BENE: Cercate di eliminare qualche rumore usando cuffie dotate di funzione “riduzione rumore”. In alternativa fate una pausa rilassante in un luogo tranquillo ogni volta che vi trovate di fronte a un ostacolo: grazie a un fenomeno chiamato “processo inconscio”, il vostro cervello continuerà a lavorare su tale problema anche se non è più di fronte a voi.
Troppo tempo davanti allo schermo
Uno studio giapponese del 2014 ha dimostrato che gli impiegati che passano la maggior parte della giornata davanti a uno schermo hanno riscontrato una riduzione del liquido lacrimale, tipico sintomo di secchezza oculare. Questo avviene in parte perché tendiamo a sbattere meno le palpebre quando fissiamo uno schermo. Occhi mal lubrificati possono causare uno sforzo maggiore, irritazione e visione offuscata.
PER LAVORARE BENE: Gli optometristi raccomandano di far fare agli occhi pause regolari – che permettono di recuperare la lubrificazione naturale – seguendo la regola 20-20-20: ogni 20 minuti fate una pausa per fissare un punto a 20 piedi (6 metri) di distanza per 20 secondi. Inoltre, per evitare di sforzare il collo, mantenete lo schermo a una distanza massima pari alla lunghezza delle vostre braccia.
Postura scorretta
Studi dimostrano che tendiamo a mantenere una postura corretta alla scrivania solo per un paio d’ore al giorno. Oltre al mal di schiena, ciò causa un rallentamento nella digestione, peggiora la circolazione sanguigna e può avere anche un effetto negativo sullo stato mentale. Uno studio pubblicato sulla rivista Health Psychology ha scoperto che le persone che non mantengono una postura corretta durante il lavoro hanno maggiori pensieri negativi rispetto a chi riesce a stare eretto.
PER LAVORARE BENE: Controllatevi. Il sedere è nella parte posteriore della sedia? I piedi toccano il pavimento? Potete digitare i tasti senza cambiare postura? Se così non fosse, concentratevi per assicurarvi di seguire almeno questi tre fondamentali consigli.