Alcuni cambiamenti nel nostro regime alimentare e nello stile di vita possono aiutarci a prevenire l’ipotiroidismo, uno dei disturbi alla tiroide più diffusi. In particolare, dovremo fare attenzione a iodio, bromo, selenio e zinco.

Assumere più iodio

Lo iodio è un elemento presente nelle rocce e nel suolo, che grazie alle piogge e all’erosione del terreno viene trasportato nel mare dove si accumula nelle alghe e nei pesci. L’organismo umano ne ha bisogno in piccole quantità (circa 150 microgrammi) ed è utilizzato per la formazione degli ormoni tiroidei. Purtroppo, studi specifici dimostrano che la quantità assunta quotidianamente con la dieta è insufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero. In assenza di iodio la tiroide non è in grado di produrre gli ormoni tiroidei, e questo porta a un aumento di volume della stessa tiroide (gozzo) con la formazione di noduli. Se la carenza di iodio perdura, si potranno avere conseguenze gravi a livello del sistema nervoso. Ciò è particolarmente importante durante la gravidanza, dove la carenza di questo elemento e il conseguente ipotiroidismo possono avere gravi e irreversibili conseguenze nello sviluppo del sistema nervoso del feto.
Differentemente da ciò che si crede non è sufficiente respirare l’aria di mare, considerando che la quantità di iodio assorbito in questo modo è trascurabile. Oltre a consumare pesci e crostacei è consigliabile usare sale iodato, cioè arricchito di iodio.
Attenzione però: un eccesso di sale aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Ricordiamoci, quindi, i seguenti valori: 1 grammo di sale contiene 30 microgrammi di iodio. Quindi con 5 grammi di sale iodato al giorno abbiamo assunto la dose quotidiana necessaria di iodio (150 microgrammi). Se rispettiamo questi valori non corriamo alcun rischio, perché sono inferiori alla quantità di sale che normalmente consumiamo giornalmente.

Bandire il bromo

Essendo il bromo simile allo iodio può sostituirsi a esso e confondere la ghiandola tiroidea.
È usato come:
Additivo alimentare sotto forma di bromato di potassio, ed è presente nelle farine dove esalta l’impasto e migliora la qualità apparente del pane.
Esaltatore di gusto nelle bevande analcoliche aromatizzate agli agrumi.
Pesticida sulle fragole, sotto forma di brouro di metile.
Sostituto del cloro nelle piscine e nelle vasche idromassaggio (da qui il facile assorbimento attraverso la pelle e per inalazione).

Ricorrere al selenio

La carenza di questo minerale può contribuire all’ipotiroidismo. Esso ha proprietà antiossidanti, in quanto è un costituente dell’enzima glutatione perossidasi, coinvolto nell’inattivazione dei radicali liberi, tanto pericolosi per il funzionamento corretto delle nostre cellule. Ma il selenio modula anche l’attività di un enzima che catalizza la conversione dell’ormone tiroideo T4 in T3. Numerosi studi clinici dimostrano che la somministrazione di selenio riduce l’infiammazione in pazienti con tiroidite autoimmune. La quantità raccomandata di selenio per gli adulti è di 55 microgrammi giornalieri (400 microgrammi è il consigliato limite superiore).
Lo trovate in:
Noci del Brasile
Frutti di mare (soprattutto ostriche)
Cereali
Uova
Cetrioli
Ravanelli
Aglio
Cipolle.

Lo zinco

Ha un ruolo essenziale in numerosi processi biologici, in quanto è necessario per l’attività di almeno 200 enzimi. Ha attività antiossidante e nella tiroide è importante per la conversione del T4 in T3. La dose raccomandata è di 10-30 mg al giorno. Per favorirne l’assorbimento è importante assumere lo zinco un’ora prima o due ore dopo i pasti, lontano dal caffè.
Lo potete trovare in:
Ostriche
Frutta secca
Fegato
Latte
Carne
Legumi.